Iran: in vigore la 2° tranche di sanzioni extraterritoriali USA

Come si ricorderà, dopo mesi di negoziati, il 14 luglio 2015 il gruppo 5+1 (Cina, Federazione russa, Francia, Germania, Regno Unito, USA, con il sostegno dell’Alto rappresentante dell’UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza) e l’Iran raggiunsero un accordo (JCPOA, Joint Comprehensive Plan Of Action – PACG, Piano d’Azione Congiunto Globale) per una soluzione globale a lungo termine della questione nucleare iraniana. Sei giorni dopo, il 20 luglio 2015, lo stesso accordo fu approvato dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU.
Al rispetto degli impegni fissati nel JCPOA era collegata la progressiva rimozione delle sanzioni nei confronti dell’Iran.
 
Il JCPOA entrò in vigore a partire dal 16.1.2016 (Implementation Day) e, dalla stessa data, gli USA sospesero le sanzioni secondarie relative al programma nucleare iraniano.
 
Il ritiro degli USA dal JCPOA
L’8 maggio 2018 l’Amministrazione americana ha annunciato il ritiro unilaterale degli USA dall’accordo sul nucleare con l’Iran, con la conseguenza che le misure restrittive statunitensi nei confronti dell’Iran, esistenti ante accordo, sono ritornate applicabili.
Ciò significa che rientrano in vigore le sanzioni secondarie[1] sospese dal 16.1.2016 in applicazione del JCPOA. L’Amministrazione USA ha dettato anche i tempi per la ripresa dell’efficacia delle sanzioni, stabilendo due periodi (wind-down period) - di 90 e 180 giorni - alla scadenza dei quali – rispettivamente 6 agosto 2018 e 4 novembre 2018 – le sanzioni sono reintrodotte.
 
Le operazioni nuovamente sanzionabili dal 7 agosto 2018 sono state illustrate nell'articolo “Il Regolamento di blocco dell’UE in risposta al ritiro degli USA dall’accordo sul nucleare con l’Iran” al quale si rimanda per l’approfondimento relativo al regolamento UE di protezione dagli effetti extraterritoriali derivanti dall’applicazione di una normativa adottata da un paese terzo e dalle azioni su di essa basate o da essa derivanti.
 
Dal 5 novembre 2018 rientreranno in vigore le sanzioni USA relative a:
  • operatori portuali dell’Iran, settore navale e delle costruzioni navali, comprese la Islamic Republic of Iran Shipping Lines (IRISL), la South Shipping Line Iran, o loro affiliate;
  • transazioni petrolifere con, tra le altre, la National Iranian Oil Company (NIOC), la Naftiran Intertrade Company (NICO) e la National Iranian Tanker Company (NITC), incluso l’acquisto di petrolio, prodotti petroliferi e petrolchimici dall’Iran;
  • transazioni di istituzioni finanziarie straniere con la Banca Centrale dell’Iran e con le istituzioni finanziarie iraniane designate nella sezione 1245 del National Defense Authorization Act for Fiscal Year 2012 (NDAA); 
  • fornitura di servizi di messaggistica finanziaria specializzata alla Banca Centrale dell’Iran e ad altre istituzioni finanziarie iraniane;
  • fornitura di servizi di sottoscrizione, assicurazione o riassicurazione;
  • settore dell’energia iraniano.
A partire dal 5 novembre, inoltre, il governo statunitense revocherà le General License H (GLH) che dal 16.1.2016 autorizzavano i soggetti stranieri controllati (US-controlled) o di proprietà di soggetti USA (US-owned) a effettuare determinate transazioni con il governo iraniano.
Entro la stessa data verrà aggiornata la lista SDN (list of Specially Designated Nationals and blocked persons) con il reinserimento dei soggetti che ne erano stati rimossi dal 16.1.2016.
 
 
 
Info: Area Estero dell’Associazione estero@confimibergamo.it
 
 
 

[1] le sanzioni secondarie colpiscono i soggetti non statunitensi che intrattengono relazioni economiche-commerciali con un paese e/o soggetti designati dagli USA. Queste sanzioni hanno quindi il carattere dell’extraterritorialità
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